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domenica

Biografia

1948. Clima politico rovente per tutta la nazione Italia fra i due principali schieramenti politici eredi di un drammatico dopoguerra.

La famiglia Bernardini (specialmente Sergio e Domenica) si trova in una situazione non priva di pericolo per la vita. Anche in quel periodo la loro fede si dimostra incrollabile come la loro fiducia nella protezione del Signore.

1951. 10 marzo. Giornata di commozione profonda per Sergio e Domenica che, nella chiesa

Santuario della Madonna della Ghiara in Reggio Emilia, assistono all'ordinazione sacerdotale

di P. Sebastiano (Medardo) e ricevono la prima sua benedizione sacerdotale.

1953. 21 marzo. Si ripete la stessa gioia per l'ordinazione del secondo figlio, Padre Germano

(Giuseppe), nel medesimo Santuario di Reggio Emilia.

1947. (sic) Il 16 febbraio parte per il Brasile, Missionaria, Sr. M. Amelia (Anna)

- Il 15 aprile parte Sr. Augusta (Sr. M. Palmira in religione) missionaria per il Giappone, via Stati Uniti e Filippine.

1955. In primavera, per la prima volta in vita loro, si trovano insieme a casa tutti i dodici membri della famiglia Bernardini.

Questo primo incontro avviene in occasione del rientro in Italia per un periodo di riposo, di Sr. Augusta e Sr. M. Amalia. Non era mai potuto avvenire per le partenze varie. E addirittura Medardo e Giuseppe, non erano ancora nati quando partirono per Alba Igina e Amelia, le prime due figlie. Non è possibile descrivere la gioia dei genitori Sergio e Domenica che si vedono felicemente circondati dalla numerosa corona di figli per la prima volta tutti insieme. Non finiscono di lodare e ringraziare il Signore.

Il 31 luglio Sr. Augusta ritorna alla sua missione in Giappone accompagnata da Sr. Agata che allunga così la lista dei missionari di Sergio e Domenica.

1957. 11 agosto. P. Germano (Giuseppe) si imbarca a Brindisi diretto alla Missione di Turchia, con destinazione Smirne dove arriva il 16 agosto. E' giovane sacerdote ben lontano dall'immaginare che un giorno l'obbedienza alla Chiesa lo avrebbe riportato come Pastore di quella Chiesa locale, piccola ma gloriosa e apostolica Chiesa di S. Giovanni Apostolo e S. Policarpo Vescovo e Martire.

Tra i diversi luoghi ove hanno abitato Sergio e Domenica dopo che il podere e la casa sono affidati a mezzadri, riveste un'importanza particolare l'appartamento in Pavullo nel Frignano (Mo), località Monteobizzo (a dieci km da Verica) perché ricorda il grave incidente stradale di cui fu vittima Sergio.

Mentre a piedi si reca alla S. Messa nella chiesa dei Cappuccini, all'incrocio di Via Monteobizzo con Via Giardini, viene investito da un'auto guidata da un giovane. Gettato a terra riporta un grave trauma cranico che lo costringe in ospedale per una lunga cura e che lo debilita al punto da fargli esclamare: "Questa botta mi accorcia la vita di dieci anni". Ma ciò mette ancor più in risalto la sua preoccupazione di non adire le vie legali per non pregiudicare l'avvenire civile del giovane che ha causato l'incidente. Importante la testimonianza della madre del giovane).

1963. Nozze d'oro. In realtà il 50° di nozze di Sergio e Domenica sarebbe stato il 19 maggio 1964, ma all'unanimità tra i figli, è anticipata al 1963 per la presenza contemporanea in Italia dei figli missionari e che non avrebbero potuto essere presenti nel 1964.

Festa molto intima e familiare, ma solennizzata anche con la Messa in Parrocchia a Verica, voluta dal Parroco Don Michele Montanari, grande amico di Sergio e Domenica, e presieduta dai due figli sacerdoti, preparata con tre giorni di predicazione sul tema delle vocazioni. L'emozione in tutti è molto grande, ma soprattutto nei due festeggiati sorpresi da tanti festeggiamenti che ritenevano immeritati. Come conclusione di questi festeggiamenti, i figli chiedono un'udienza particolare all'Arcivescovo di Modena Mons. Amici che la concede molto paternamente in Arcivescovado. Accoglie la famiglia personalmente all'ingresso e rivolto a Sergio lo abbraccia esclamando: "Oh, il nostro grande Mosè!". Grande sorpresa di Sergio che pensa di essere un perfetto sconosciuto per l'Arcivescovo. Rientrati a casa,

Domenica fa questa riflessione:-"Avete visto come anche l'Arcivescovo ci ha lodato. Tutti ci hanno fatto tanti complimenti, tutti ci credono buoni: bisogna che lo siamo davvero altrimenti inganniamo la gente e grande sarà la nostra responsabilità. Io per prima bisogna che mi metta proprio sul serio a diventare più buona".

Prova evidente che pure questi festeggiamenti anziché occasione di compiacimento umano, erano per Sergio e Domenica occasione di ulteriore tensione spirituale.

1963. Mons. Felix Ade Job. In occasione della prima messa di P. Germano alle felicitazioni di un'amica per l'ordinazione sacerdotale dell'ultimo figlio mamma Domenica risponde: "Si, sono felice, ma ho ancora un desiderio: vorrei altri figli per avere altri sacerdoti missionari". Quel desiderio si realizza nell'anno 1963, vero coronamento dei festeggiamenti per le nozze d'oro, nella persona di un giovane seminarista nigeriano: Felix Ade Job che studiava teologia presso l'Università Urbaniana di Propaganda Fide. Mamma Domenica è felice di poter contribuire con i modesti proventi della sua pensione, agli studi di questo giovane africano. Vi è spinta dal suo zelo missionario ma anche con l'intenzione di riparare allo sbaglio -diceva lei - d'aver chiesto a suo figlio P. Sebastiano di non aver fretta di andare missionario in Africa.

Felix Ade Job, accolto e amato come un figlio e un fratello, viene ordinato sacerdote nel 1966 anno della morte di papà Sergio e eletto vescovo ausiliare di Ibadau (Nigeria) il 12 aprile 1971 giorno del compleanno e anno della morte di Domenica.

Oggi egli è arcivescovo metropolita di Ibadau e continua - a suo dire - a venerare e invocare mamma Domenica e papà Sergio come suoi protettori.

Il 4 ottobre 1964 si sposa la figlia Maria con un coetaneo di Sassoguidano, Giovanni Serafini. Il loro matrimonio viene celebrato nella cappellina di casa e benedetto dal fratello di Maria P. Sebastiano, con gioia intima di Sergio e Domenica. Trovano in Giovanni un valido e sicuro sostegno.

1964. Il 1964 è l'anno del decadimento fisico di Sergio, a cui si aggiunge il dramma spirituale degli scrupoli religiosi.

Lui uomo retto e giusto per tutta la sua vita, improvvisamente si sente il più grande peccatore, indegno dell'amore di Dio, meritevole dell'inferno. Quasi due anni di smarrimento spirituale. Alle rassicurazioni dei figli, delle figlie e dei sacerdoti che cercano di tranquillizzarlo dicendo: "Il Signore è buono, il Signore vi vuol bene. Voi non gli volete più bene? "Lo so che il Signore è buono, ma io... magari potessi volergli bene".

Commento del parroco Don Silvio Bonacorsi: "Queste sono prove che hanno solo i santi".

1966. E come abitualmente si legge nella vita dei santi, negli ultimi mesi della malattia, ritrova la fiducia e la confidenza nell'amore di Dio. Da questo momento, mentre il suo corpo cede velocemente all'azione della malattia, il suo spirito si prepara all'incontro con Cristo, sostenuto e aiutato, in questo, dall'amore di Domenica e dai figli presenti assidui e premurosi nel suggerirgli atti di abbandono alla volontà di Dio.

Si giunge così alla mezzanotte del giorno 11 ottobre 1966. P. Germano, il figlio sacerdote presente, impartisce l'assoluzione generale e la benedizione apostolica in "articolo mortis". Il volto di Sergio sembra distendersi. Il suo respiro si fa più lieve.

Domenica gli suggerisce giaculatorie. In particolare questa: "Vergine Maria, Madre di Gesù" cui Sergio risponde: "Fateci santi". Sono le sue ultime parole. Chiude gli occhi. Ma d'improvviso li riapre fissandoli in alto, con espressione gioiosa e bella sorpresa. Rinchiude gli occhi e, senza sussulti o rantolo, dopo tre sospiri, rimane immobile. Segue qualche momento di silenzio meditativo, poi suor Raffaella invita: "Recitiamo il Magnificat", e sembra naturale, tanta è la sensazione di pace che traspira da quel volto sereno e disteso. E' il 12 ottobre 1966.

Tre ore dopo P. Germano e le sorelle passano nella cappellina di famiglia dove viene celebrata la prima messa di suffragio.

Al momento della consacrazione P. Germano ha la sensazione netta e precisa che l'anima di suo padre sia volata in cielo e che la messa di suffragio divenga messa di intercessione.

1966. 13 ottobre. Pomeriggio – parrocchia di Verica – Funerali di Sergio: quasi un'apoteosi. Che può essere espressa dalla concelebrazione della messa di suffragio di una cinquantina di sacerdoti, quasi sigillo del suo amore sconfinato all'Eucaristia e ai sacerdoti, ministri dell'Eucaristia. Sono presenti tutti i figli ad eccezione di Suor Agata (in Australia) e Suor Amalia (in Messico).

1968. 10 agosto. Si sposa Paola con Lolli Gino nella cappellina di casa. Il matrimonio è benedetto dal fratello P. Germano.

1971. Dopo la morte serena di Sergio inizia per Domenica il periodo di vedovanza che dura cinque anni e che trascorre con le figlie sposate Maria e Paola.

E' un periodo di intensa e profonda preparazione all'incontro con Dio.

Esempio: scrive in questo periodo ad una figlia lontana: "Sono stata alla messa e ho fatto la comunione. Quel che dovrò passare prima di morire l'accetto fin da ora, per amore del Signore e lo offro a Lui".

Il 22 febbraio, colpita da un ictus cerebrale, Domenica viene portata al Policlinico di Modena (da via Orlandi, 8 – Modena, in casa di Maria).

Vive ancora cinque giorni, in piena conoscenza, assistita dai figli e in totale abbandono alla volontà di Dio.

Scrive suor Agata alla sorella suor M. Amalia in Messico, unica assente: "... mai un attimo di apprensione. Pareva una persona che sta compiendo con dignità un rito solenne: il suo olocausto finale per l'eternità alla volontà del suo Signore".

27 febbraio. Erano le ore 19 del 27 febbraio 1971 quando il cuore di Domenica cessa di battere su questa terra ed ella si trova nelle braccia di Dio Padre. E' sabato sera e campane di varie chiese suonano per invitare i fedeli alla liturgia su questa terra, mentre lei inizia la sua liturgia in cielo.

Il 1 marzo si svolgono a Verica i funerali. Sono simili ad una sagra: campane a festa, una folla di sacerdoti e religiosi, parroci, fiori, canti di gioia, chiesa illuminata.

Qualcuno dice: "Anch'io lo vorrei così".

 

1971. Agosto. Già nell'agosto 1971 per iniziativa del parroco don Elio Bonacorsi, viene pubblicato un opuscolo con pensieri di Sergio e Domenica, che suscita l'esigenza di una pubblicazione più voluminosa sui coniugi Sergio e Domenica Bernardini. Questa pubblicazione viene realizzata nel 1983 dal Padre Cappuccino P. Arcangelo Romeo Panciroli che li ha conosciuti. Il libro ha una diffusione notevolissima, tanto che ha una seconda edizione nel 1986 e una terza edizione nel 1989.

2000. Nel 2000 arrivano all'Arcivescovo di Modena Mons. Benito Cocchi da parte di fedeli che hanno letto la biografia di Sergio e Domenica molte richieste di aprire un processo informativo per la beatificazione dei coniugi Bernardini. Sua Eccellenza istituisce una Commissione per la raccolta delle testimonianze di persone che hanno conosciuto Sergio e Domenica.

2005. Queste testimonianze e dopo aver avuto l'assenso della Conferenza Episcopale Emiliana, nella primavera del 2005 vengono inoltrate alla Congregazione dei Santi che, dopo esame, nell'ottobre del medesimo anno, dà l'assenso perché la Causa venga aperta in Diocesi di Modena.

2006. 20 maggio. L'arcivescovo Mons. Benito Cocchi (dopo aver conferito con il parroco di Verica e dei figli Bernardini) fissa la data del 20 maggio 2006, a Verica, per la istituzione e per la prima seduta del Tribunale ecclesiastico che porterà a termine il processo informativo della Causa di beatificazione dei coniugi Sergio e Domenica Bernardini.

2008. 19 maggio L’Arcivescovo Mons. Benito Cocchi a Pavullo nella chiesa di San Bartolomeo, dichiara la chiusura del processo informativo del tribunale Diocesano e visto l’esito favorevole, autorizza l’invio della relativa documentazione al Vaticano a Roma al Dicastero della Causa dei Santi.
2015. 5 maggio Sua Santità Papa Francesco dichiara i coniugi Sergio Bernardini e Domenica Bedonni Venerabili Servi di Dio.
Il vangelo del matrimonio e della famiglia, per essere credibile, deve passare, più che attraverso l’annuncio verbale, attraverso la testimonianza vissuta. La famiglia cristiana è soggetta insostituibile di evangelizzazione. L’esperienza di Dio, vissuta da Sergio e Domenica Bernardini nelle ordinarie condizioni familiari, è proponibile a tutti e imitabile da tutti.
“Tutte le mamme, accogliendo generosamente i figli, educandoli, pregando per la loro santità, potrebbero fare altrettanto”

 

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